Una delle prime cose che ho fatto durante il mio primo giorno nell’ufficio di Tampep è stata quella di conoscere un’altra organizzazione simile a Tampep in Francia. Abbiamo sentito Carlo parlare della sua organizzazione in Francia chiamata L’Amical du Nid. Come Tampep, distribuiscono preservativi e lubrificante alle donne e anche agli uomini che devono prostituirsi sulla strada. L’Amical accompagna anche queste persone presso i servizi sanitari e presso altri servizi sociali come fa Tampep a Torino.
A Montpellier, in Francia, dove quest’organizzazione si trova, il 50% di chi si prostituisce sulla strada è formato da uomini ma anche gli uomini si vestono come donne per prostituirsi, anche se non lo fanno durante il giorno. Abbiamo parlato a lungo anche dei trans e come questa è un’altra questione con la quale le organizzazioni che vogliono aiutare queste persone devono comprendere. Un’altra differenza tra Montpellier e Torino è la provenienza geografica degli immigrati che si prostituiscono: a Montpellier ci sono più persone del Maghreb e del Nord Africa, alcuni Bulgari, Rumeni, Moldavi e pochi Africani. Abbiamo imparato anche che a Montpellier c’è un problema di prostituzione fra gli studenti stranieri nelle università. Arrivano senza conoscere i loro diritti e siccome le loro borse di studio arrivano spesso fino a febbraio anziché ottobre, si prostituiscono nei bar durante le notti per mangiare e per sopravvivere.
Dopo aver ascoltato queste similitudini e differenze fra Tampep e L’Amical, una cosa interessante da notare è stata una discussione fra Carlo e Rosanna, il direttore di Tampep. Ho visto che imparare cosa fanno i partner può portare un’organizzazione ad incorporare nuovi elementi nei suoi programmi ed anche a riaffermare i suoi stessi obiettivi. Per esempio, Carlo parlava di un evento che fanno loro a Montpellier e che si chiama “tavola aperta” che consiste in una cena organizzata per tutti gli immigrati che aiutano. Carlo ha anche presentato un opuscolo che produce L’Amical che contiene informazione sui servizi disponibili nella provincia per le prostitute e gli immigrati. Parlava anche di un programma che fanno nelle scuole medie dove presentano film e provano a combattere la discriminazione fra i sessi e promuovono la prevenzione contro la domanda di prostituzione. Penso che sentire tutte queste cose sull’Amical abbia portato Rosanna e altri colleghi di Tampep a pensare a come realizzare simili progetti anche a Torino.
Durante la presentazione, Rosanna e Carlo hanno anche parlato del concetto d’autonomia. Penso che ascoltare quali sono gli obiettivi dell’Amical ha portato Rosanna a discutere di come anche Tampep voglia rendere le persone che aiuta più autonome. Parlando del problema di come le donne nigeriane non riescono a trovare lavoro a Torino una volta riuscite a liberarsi dalla prostituzione, Rosanna ha spiegato che anche se Tampep prova ad aiutare le donne che vogliono tornare in Nigeria a trovare un lavoro là, la soluzione non è quella di trovare lavoro per tutte queste donne nel loro paese perché non possono trovarlo qua, bensì di combattere il razzismo e di cambiare la nostra società (la società italiana). Con questo punto di vista e anche i vari livelli d’accoglienze che fornisce Tampep alle donne, Tampep promuove l’autonomia delle donne trafficate in Europa, un’autonomia che l’hanno persa quando sono state portate qua per essere sfruttate nelle strade. I livelli d’accoglienza sono: aiuto in casi d’emergenza, aiuto quando le ragazze decidono di scappare della prostituzione, aiuto per quelle che non hanno ancora deciso lasciarla, ed aiuto per quelle che non vogliono cambiare ancora la loro vita. Attraverso tutti questi livelli, Tampep non forza niente, ma fornisce alle ragazze scelte – l’autonomia – un po’ alla volta.
Questo incontro con Carlo è stato specialmente interessante per me perché anch’io sto lavorando con Tampep come una collega di un partner – The Advocacy Project. Mi ha fatto pensare a come io e l’organizzazione per la quale lavoro possiamo dare il nostro contributo, aiutando ed imparando da Tampep. Credo che devo ancora trascorrere un pò di tempo nell’ufficio di Tampep per capire meglio come possiamo trarre vantaggio l’uno dall’altra. So solo che The Advocacy Project è pronto per diffondere il messaggio e le storie dei successi di Tampep. Dal momento che ogni organizzazione è già impegnata nell’aiutare le persone, forse il vero ruolo dei partner dovrebbe essere almeno questo: creare una rete sostenibile d’informazione che mostra al mondo che l’attività dei partner, in questo caso il traffico delle persone, è una cosa su cui molti stanno lavorando, quindi c’è l’infrastruttura per combatter il problema, ma anche che è un problema che bisogna avere più aiuto dai vari settori per poterlo combattere efficacemente.
Posted By Michelle Lanspa
Posted Feb 6th, 2009